“Fiori di Chernobyl” – Rinascere

“Fiori di Chernobyl” è il nuovo singolo di Mr. Rain pubblicato il 13 marzo.
Qui sotto puoi ascoltare 30 secondi del brano su Spotify.

“Fiori di Chernobyl”: rinascere dopo la catastrofe

Mr. Rain, nome d’arte di Mattia Belardi, si è fatto conoscere quando ha partecipato insieme a Osso alle audizioni di X Factor (clicca qui per vedere l’esibizione): i due avevano passato le selezioni, ma poi hanno rifiutato.
Da lì Mr. Rain si fa conoscere come solista con brani quali “Carillon” e “I grandi non piangono mai” e con collaborazioni con artisti come Annalisa in “Un domani” e con Martina Attili in “La somma”.
Mr. Rain nelle sue canzoni parla di vita e di sofferenza: ne parla da persona che ha vissuto momenti non felici ma che ha raggiunto la consapevolezza tale per parlarne con cognizione.
Nel Corriere.it si afferma che si tratta di: << Una canzone intima che racconta di sé stesso, che ha però Chernobyl nel titolo e diventa una parabola per i nostri giorni. >>
Il cantautore, rilasciando un’intervista alla stessa testata e parlando di quanto questa canzone sia attuale, afferma: «Ma non è voluto, è una canzone che ho scritto nel novembre scorso. Racconto di come dopo ogni catastrofe, con un po’ di tempo, si riesce sempre a rialzarsi e rinascere. Era nata in seguito a un periodo buio che avevo avuto l’anno scorso e sembra parlare di oggi».

“Fiori di Chernobyl”: l’antidoto

“L’odio uccide, forse è vero come dicono
Ma so che è da un veleno che nasce un antidoto
Vieni con me, la strada giusta la troviamo
Solo quando ci perdiamo e restiamo da soli
Perché è dagli incubi che nascono i sogni migliori
Anche a Chernobyl ora crescono i fiori”
L’odio che a volte riceviamo, dalla concezione più sfumata a quella più marcata, a volte ci uccide dentro, riuscendo anche ad annullarci, a chiederci se valiamo qualcosa, se valiamo per qualcuno.
Per quanto si possa dire che ciò che conta è essere importanti per se stessi, tutti vogliamo la nostra posizione nel cuore di qualcuno.
Dall’odio, dal “non apprezzamento”, si diventa forti: dopotutto, come dice Tiziano Ferro in “Sere Nere”: <<Se non uccide, fortifica>>.
Infatti, tutte le esperienze negative ci fanno crescere e conoscere parti del nostro carattere che prima non avevamo sperimentato. Vivere il dolore e altre sensazioni negative fa sì che possiamo spingere sempre più i nostri limiti e raggiungere, a un certo punto, l’indifferenza nei confronti dell’esperienza che ci ha fatto stare male: è proprio lì, allora, che avremo trovato l’antidoto.
“Restare soli” è importante per capire la realtà: da chi e da cosa eravamo circondati e chi o cosa vorremmo invece avere nella nostra vita: ciò si riconduce alla storia del primo personaggio descritto in “Tikibombom – Far emergere se stessi” (fai clic qui per leggere l’articolo).
Non dobbiamo accontentarci, dobbiamo sempre mirare alla nostra felicità.
“Dagli incubi nascono i sogni migliori” perché ciò che conquistiamo dopo aver quasi toccato il fondo, il viaggio che facciamo per ritrovare noi stessi e ciò che ci fa stare bene, è la fatica che verrà ripagata con la felicità: una felicità che, dopo averla cercata, persa e ritrovata, avrà un sapore migliore.

“Fiori di Chernobyl” e le cicatrici che ci appartengono

“Odio queste cicatrici perché mi fanno sentire diverso
Posso nasconderle da tutti, ma non da me stesso
È un’armatura cresciuta col tempo
Ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi
Perché attraverso loro puoi guardarmi dentro
Sentire cosa provo, capire cosa sento”
Capita di non accettarsi: non solo un’accettazione a livello fisico, ma spesso caratteriale. Succede che vorremmo avere un altro tipo di approccio con le persone o con le situazioni (essere meno timidi, più riflessivi, …) e spesso il nostro carattere è modellato sulle esperienze pregresse, motivo per cui si incolpa il passato.
Ci si sente diversi da ciò che vorremmo essere a causa di situazioni che “ci hanno segnato”.
“Ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi”: a proposito di ciò penso valga il significato della frase “Sbagliando si impara!”. Gli errori che facciamo e il dolore che ne deriva, sono dei fattori che ci spingono a cambiare per evitare che ciò riaccada, un cambiamento per migliorarsi.

La forza di essere fragili

Tu mi hai insegnato che se cado è per rinascere
Che un uomo è forte quando impara ad esser fragile
Non dobbiamo vedere la “caduta” come una fine, ma piuttosto come una base per un nuovo percorso.

Come disse Einstein : “E’ nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. […] E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno!”

Infine, ricordiamo che non è forte chi non mostra di provare dolore, ma chi lo mostra e riesce a rinascere.
La forza è l’impegno che mettiamo nel cambiamento!

Siamo giunti al termine di questo articolo, spero vi sia piaciuto.
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e…
Alla prossima interpretazione!

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